Un libro di Serena Romano
(giornalista)
con la collaborazione di
Francesco Iannello
(Segretario Generale delle Assise di Palazzo Marigliano in Napoli)
Da ottobre 2021 disponibile anche in versione cartacea (Transeuropaedizioni).
INTRODUZIONE
Questo “Diario” nonostante la suspense da libro giallo, poggia su pilastri scientifici: perché racconta – con eventi e testimonianze documentate – la realtà inedita che avrebbe potuto mettere la parola FINE alla pandemia fin da marzo 2020.
Invece si è deciso di affrontare Covid senza curarlo: perché? Perché si è fatto ricorso a “protocolli di cura” quali lockdown e restrizioni delle libertà personali, tipici di regimi dittatoriali come la Cina, ma inefficaci in società democratiche? Perché si è puntato tutto su “costrutti farmaceutici sperimentali” impropriamente definiti “vaccini”? Perché ogni autorevole voce scientifica in contrasto con il pensiero unico dominante è stata zittita e denigrata? Queste e altre domande trovano qui le risposte per acquisire la consapevolezza necessaria a provare ad invertire l’attuale, perverso cammino della Storia. I principali attori di questa pandemia, infatti, stanno tentando di sbriciolare lo straordinario patrimonio della Medicina accumulato nei secoli: una delle maggiori conquiste del genere umano, alimentata dall’amore per gli altri, dalla cura fatta nel rispetto del singolo, dalla solidarietà e da quell’imperativo categorico contenuto nel giuramento di Ippocratei “Primo non nuocere”. Nella nuova idea di “salute pubblica”, infatti, che sta prendendo piede poco alla volta dall’inizio della pandemia, questa concezione della “cura” SEMBRA NON ESISTERE PIU’. Al suo posto avanza un concetto di “salute pubblica” che sacrifica l’individuo nella sua identità, UTILIZZANDO IL CONTROLLO COSTANTE, l’assunzione di terapie preventive e farmaci sperimentali come nuove “strategie sanitarie”. Un concetto accreditato a livello mediatico che sembra legittimare tutto, anche se è basato su tesi scientificamente infondate: come quella di “sopprimere” anziché “convivere” con i virus che esistono sulla Terra prima della comparsa dell’uomo e ci rimarranno anche dopo. Ecco perché tutto questo è allarmante. Ed è diventato urgente chiedersi: che cosa c’è dietro lo stravolgimento della concezione della Medicina, del medico di fiducia, della libertà di scelta delle cure? In nome di che cosa stiamo facendo tutto questo: della Scienza o del Mercato? E inoltre siamo sicuri che il Mercato ci curerà meglio della scienza medica? E a quale prezzo: anche della perdita della democrazia?
Il libro cerca di rispondere a queste domande raccontando i fatti da gennaio 2020 all’autunno 2021, divisi in tre parti, a mano a mano messe in rete: a cominciare dalla prima parte, on line dal 30 maggio 2020, ma iniziata a gennaio 2020 quando ho deciso di scrivere il Diario insieme a Francesco Iannello, amico di vecchia data e Segretario Generale delle Assise di Palazzo Marigliano in Napoli. Tutto è nato, infatti, durante la lunga quarantena dell’Italia, quando un noto scienziato ci suggerì una diversa chiave di lettura dell’epidemia rispetto a quella che stava prendendo piede nella narrazione ufficiale. Così, ho iniziato il racconto degli eventi mentre si verificavano, attingendo materiali dalla stampa e dalla rete e riportandoli mese per mese. Ma in maniera imprevista, la trama del racconto – anziché svolgersi in maniera trasparente e lineare – prendeva contorni sempre più contorti e incomprensibili per le strane contraddizioni fra la realtà dei fatti e la loro interpretazione da parte degli esperti scelti dal Governo: che fornivano spiegazioni confuse di quanto accadeva, numeri poco verificabili e soprattutto non sembravano volersi accorgerei degli errori già evidenti segnalati da medici e scienziati. Per cui il “Diario” ha l‘andamento di un thriller, ma avanza mantenendo diritta la barra del timone verso una direzione precisa: distinguere la “verità politica” dalla “verità scientifica” come mi indicò tanti anni fa un GRANDE scienziato oggi scomparso, Alfonso Maria Liquori. “La differenza tra le due è che la verità politica si basa su un concetto numerico: quello della “maggioranza”. La verità scientifica, invece, si basa sul “metodo” adottato per raggiungerla. Detto con un esempio: se la maggioranza sostiene che le foglie degli alberi sono blu e la minoranza che sono verdi, la verità politica prevale numericamente, ma la verità scientifica sta con la minoranza. E grazie al “metodo” e al “ragionamento scientifico” è sempre dimostrabile”. Ebbene, scoprire se la “versione ufficiale” di questa pandemia coincida con la “verità scientifica” o piuttosto con la “verità politica” è fondamentale per capire se, come e quando ne verremo fuori. E attenzione: il metodo e le regole della vera Scienza sono comprensibili da chiunque abbia un minimo di cultura scolastica per approcciarsi a questo libro… che, da parte mia, ho reso digeribile al massimo. Qualche esempio?
A dicembre 2020 il Consiglio di Stato italiano – supremo organo della Giustizia amministrativa – ha definito “irragionevole” e ingiustificato il divieto dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) delle cure domiciliari precoci contro il Covid a base di “idrossiclorochina” (HCQ). AIFA tentò di opposi ritenendo le proprie decisioni fondate sulle “migliori evidenze scientifiche disponibili”, nonché “insindacabili nel merito delle scelte” e sulle quali “non intendeva accettare il contraddittorio”. Giustificazioni prive di senso dal punto di vista scientifico: perché la scienza si basa proprio sul contradittorio e sul confronto di analisi ed esperienze. Senza confronto fra scienziati di pari livello non c’è scienza. Solo il confronto, infatti, consente di verificare se una tesi è sbagliata e, perciò, va cancellata; se è giusta e, perciò, va convalidata; se è parzialmente giusta o sbagliata e perciò va corretta. Con questo metodo avanzano la Scienza e la Medicina da sempre. E non ci sono altri metodi o scorciatoie da adottare: neanche nell’emergenza, se si vuole uscirne. A meno che non si voglia perpetrare l’emergenza a vita … Dubbio che sorge spontaneo visto che i migliori scienziati del mondo, i più qualificati e gli unici in grado di tirarci fuori da questo disastro, sono stati zittiti lasciando spazio ai meno titolati dal punto di vista scientifico ma più forti politicamente che hanno fatto credere mediaticamente di essere i più bravi. Benché finora non siano riusciti a dimostrarlo. Nella scienza medica come nello sport, non basta, infatti, proclamarsi i migliori. Solo chi, gareggiando, arriva primo può affermare di esserlo. Per cui sostenere: “Io con te non corro, non mi misuro, perché so già di essere il primo”, è solo un modo per sottrarsi al confronto definendo le proprie scelte “insindacabili” rifiutando il “contraddittorio”. Ed è, dunque, una gara persa in partenza. Al contrario: dopo due anni di disastri prodotti sempre dagli stessi “scienziati” sarebbe fondamentale un confronto aperto. Non solo perché nella scienza non c‘è nulla di insindacabile, ma perché è a partire dalla rivoluzione scientifica di Galileo che non esistono “autorità” che emettono verdetti “insindacabili”. Che vuol dire?
Detto con un altro esempio: nel “Dialogo sui massimi sistemi” Galileo critica i seguaci del principio di autorità contenuto nella filosofia di Aristotele, per i quali l’evidenza dei fatti, se non è conforme al pensiero aristotelico e avvalorata da un’autorità superiore, non è riconoscibile ed ammissibile. E li critica raccontando un episodio: tali fedelissimi, pur avendo constatato al termine di un’autopsia che i nervi partivano dal cervello (e non dal cuore come sostenuto fino ad allora da Aristotele) negavano tale evidenza, perché contrastante con i testi aristotelici la cui “autorità” era all’epoca indiscutibile.
Per riportare il contrasto ai giorni nostri: a quanto pare, se l’OMS ed altri organismi simili – AIFA, EMA, FDA, ISS immotivatamente riconosciuti dalla politica come massime “autorità” nella gestione pandemica – non riconoscono che Covid è curabile precocemente anche con i farmaci, l’evidenza clinica dei fatti non basta. Di qui la falsa scelta obbligata offerta ai cittadini: “o vaccino o morte”. Alternativa scientificamente infondata ma avvalorata “di autorità” dalla stessa OMS che ha tentato di modificare il concetto di “immunità di gregge” stabilendo che tale immunità non si raggiunge più in maniera naturale, ma solo grazie ai vaccini. Una tesi che dal punto di vista scientifico equivale ad affermare: non ci si abbronza più con il sole, ma solo con lampade artificiali. Un’affermazione azzardata, che si sta rivelando irrealizzabile e di cui forse la stessa OMS si è resa conto (anche se non l’ammette apertamente) perché poi l’ha in parte ritirata.
Fin dall’inizio, dunque, c’erano tutti gli indizi della doppia realtà della pandemia: la realtà di Covid malattia incurabile sostenuta dal Governo, dalla quale ci si può difendere solo con il distanziamento sociale o le mascherine, annunciata dal presidente Conte ad aprile 2020: “Dovremo andare avanti così finchè non ci sarà un vaccino, pronti a chiuderci di nuovo in casa se dovesse esserci una recrudescenza del contagio”; e la realtà di Covid curabile, sostenuta dai medici che fin da marzo 2020 hanno dimostrato come con il virus si può convivere contrastandolo con le cure precoci. Oggi, leggendo questo libro, ognuno potrà dedurre quali delle due realtà sia più affidabile: e di conseguenza, intuire perché, negando la libertà di cura non si cura meglio, ma si compromette la salute dell’umanità e della democrazia. Ecco perché ora che il “Diario” è disponibile anche in versione cartacea e acquistabile sia in libreria che on line, il titolo principale è cambiato in “Fahrenheit 2021”, mentre il “Diario ragionato della pandemia” ne è divenuto il sottotitolo. Perché il racconto si sta trasformando nella storia di come non stiamo recuperando la salute ma, attraverso la pandemia, stiamo perdendo anche la democrazia: esattamente come in “Fahrenheit 451” il romanzo di fantascienza di Ray Bradbury (e dell’omonimo film) dove il regime fa bruciare i libri ritenuti strumenti “pericolosi” perché alimentano la libertà di pensiero e contrastano il “pensiero unico”, indiscutibile, diramato dagli organi di stampa governativi per trasformare i cittadini in sudditi. Anche nella gestione della pandemia, infatti, sta prevalendo il “pensiero unico dominante” che non accetta più il contradditorio e accantona le conoscenze della scienza medica accumulate in secoli di Storia dell’Umanità per fare prevalere quelle della “scienza” orientata dal Mercato. Di qui l’analogia con il mio libro: per cui il titolo del libro di Bradbury – che allude alla temperatura cui brucia la carta, pari a 451 gradi fahrenheit – diventa “Fahrenheit 2021”. Cioè l’anno in cui inizia a divampare il focolaio più pericoloso per la nostra democrazia.